Operativo il sito www.calmagorod.org con nuovi videoclip pnn e principio di funzionamento.
NOVA ASTRONAUTICA
Indice Generale
~ Volume 34~
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
NOVA ASTRONAUTICA è dedicata alla concezione di metodi di propulsione senza
espulsione di massa di reazione (PNN) per il superamento dell’astronautica missilistica
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
************************************************************
Vol.34 N. 139 GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2014
************************************************************
Laureti E.: Programmi ASPS per il 2014………..………….…..….……..1
Ceccarelli M.: Decadenza…………….……………………………...……3
In Nome di Einstein la Scopa della Befana………….……….…….…….7
CRONACHE SOCIALI………………………………………………….14
Morando E.: Ambiente: Questo Nostro Amico Sconosciuto…………….16
Laureti E.: La Grande Fuga della Feccia Scientista..……………………19
PRAEPETIBUS PINNIS………………………………………….…..…24
E.Amaldi bar
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
NOVA ASTRONAUTICA è dedicata alla concezione di metodi di propulsione senza
espulsione di massa di reazione (PNN) per il superamento dell’astronautica missilistica
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
************************************************************
Vol.34 N. 140 APRILE - MAGGIO - GIUGNO 2014
************************************************************
Laureti E.: Stato della PNN e Attività per la Manifestazione
Dimostrativa della Violabilità del Principio di
Azione e Reazione ……………..…….………………..……..1
Il terzo piano del Lab Asps-Calmagorod non completamente ricoperto e in cui
è appoggiata la struttura di rotazione del pendolo balistico che arriva sino al piano sottostante dove viene attaccato il prototipo pnn
La struttura che permette la rotazione e quindi l’abbassamento e l’innalzamento del pendolo balistico. La rotazione del pendolo balistico viene controllata nel piano sottostante
La struttura della parte verticale del pendolo balistico va abbassata durante la fase di allestimento dei test per permettere il corretto alloggiamento dei cavi coassiali e dei tiranti di sostegno
……..Il Pulpito degli Arroganti…………………..……..………..8
…….. Il Discredito Patologico della Scienza Moderna……………14
PRAEPETIBUS PINNIS ……………………………………..…………16
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
NOVA ASTRONAUTICA è dedicata alla concezione di metodi di propulsione senza
espulsione di massa di reazione (PNN) per il superamento dell’astronautica missilistica
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
************************************************************
Vol.34 N.141 LUGLIO – AGOSTO – SETTEMBRE 2014
************************************************************
Laureti E.: EM Drive , PNN e ALTA Aerospace……………….………..1
In fisica è bene ribadire ogni tanto la provenienza di tutti i suoi principi.
L’esperienza e solo l’esperienza è la provenienza di tutto.
Che voglio dire ? Che ci possono essere milioni e milioni di fenomeni che possono dare ragione al principio di azione e reazione e qualche fenomeno anche artificiale che lo viola.
La natura stessa del concetto di principio tende a voler nascondere o contestare le eventuali mancanze e quindi a trascurare la melma primordiale che ha dato origine al concetto di principio per una classe di fenomeni.
Ora verso la fine di Luglio e i primi di Agosto di quest’anno l’ambiente della propulsione innovativa è stato scossa da un evento che ha focalizzato anche in modo per ora secondario l’attenzione sulla PNN italica.
La focalizzazione sulla PNN è dovuta al fatto che soprattutto all’estero si sono ricordati che anche in Italia c’è che esperimenta la propulsione con onde e.m..
E ho potuto registrare la provenienza degli interessati attraverso i contatori che ho nei nostri siti in cui ci sono videoclip del prototipo “Timore del Signore” VF2.
Inutile dire che la massa dei critici italici cronici della PNN
www.asps.it/gotha.htm ha risposto con un silenzio assordante :-)
Mi riferisco all’EM drive , una specie di forno a microonde asimmetrico ,prodotto dall’inglese Roger Shawyer diversi anni fa ,una cui variante è stata riprodotta e testata positivamente dalla NASA malgrado i principi della fisica attuale neghino tale possibilità.
……………………..
……………………
Ecco in breve il succedersi degli eventi ( Nella traduzione da Science ci sono dei miei commenti tra […. ])
SCIENCE
31 luglio 2014 di David Hambling
La Nasa è un giocatore importante nella scienza spaziale, così quando una squadra dell'agenzia questa settimana presenta prove del fatto che "impossibili" propulsori a microonde sembrano funzionare, qualcosa di strano sta sicuramente succedendo.
In entrambi i casi i risultati o sono completamente sbagliati, o la Nasa ha confermato un importante passo avanti nella propulsione spaziale.
Lo scienziato britannico Roger Shawyer ha cercato di interessare la gente nel suo EM drive per alcuni anni attraverso la sua società SPR Ltd. Shawyer rivendica il fatto che l’ EM drive converte energia elettrica in spinta, senza la necessità di qualsiasi propellente facendo rimbalzare le microonde in un contenitore chiuso.
Egli ha costruito una serie di sistemi dimostrativi, ma i critici respingono la sua teoria basata sulla relatività e insistono sul fatto che, secondo la legge di conservazione della quantità di moto, non può funzionare.
Secondo buona prassi scientifica, una terza parte indipendente si è resa disponibile per replicare i risultati di Shawyer. Come Wired.co.uk riportato, questo è accaduto l'anno scorso, quando una squadra cinese ha costruito il suo EM drive e ha confermato che ha prodotto 720 millinewton (circa 72 grammi) di spinta, sufficiente per un propulsore pratico satellitare.
Tale propulsore potrebbe essere alimentato da energia solare, eliminando la necessità per la fornitura di propellente che occupa fino a metà della massa lancio di molti satelliti. L'opera cinese ha attirato poca attenzione; e sembra che nessuno in Occidente abbia creduto in esso.
Tuttavia, uno scienziato americano, Guido Fetta, ha costruito il suo EM drive ed è riuscito a convincere la Nasa a provarlo. I risultati dei test sono stati presentati il 30 Luglio di quest’anno presso Joint Propulsion Conference a Cleveland, Ohio.
I risultati sorprendentemente sono abbastanza positivi.
Il team Nasa con sede presso il Centro Spaziale Johnson ha dato la sua certificazione con il titolo
"Anomalous Thrust Production from an RF [radio frequency] Test Device Measured on a Low-Thrust Torsion Pendulum".
I cinque ricercatori hanno trascorso sei giorni per approntare la prova più due giorni di esperimenti con varie configurazioni. Questi test sono inclusivi di una "unità zero" simile alla versione operativa ma modificata in modo che non funzionare, ovvero utilizzando un dispositivo che produrrebbe lo stesso carico sull'apparato per vedere se l'evento poteva essere prodotto da un effetto ignoto rispetto a quello definito dall’inventore.
Hanno anche girato l'unità di tutto il altro modo per verificare se l’effetto era reale.
Tornando negli anni '90, la Nasa testò quello che fu affermato essere un dispositivo antigravità basata su spinning di dischi superconduttori. I test sembravano positivi, fino a quando i ricercatori si resero conto ch e l'interferenza dal dispositivo stava interessando i loro strumenti di misura.
Essi hanno probabilmente imparato molto da allora.
La bilancia di torsione hanno usato per testare la spinta dellEM drive era abbastanza sensibile per rilevare una spinta di meno di dieci micronewtons, ma l'unità effettivamente prodotto da 30 a 50 micronewtons - meno di un millesimo di risultati cinesi, ma decisamente un risultato positivo, nonostante della legge di conservazione della qdm.
Il pronunciamento finale della Nasa è questo:
"I risultati dei test indicano che il progetto dell’ EM drive è un dispositivo di propulsione elettrica, che sta producendo una forza che non è attribuibile a qualsiasi fenomeno elettromagnetico classico e quindi potenzialmente dimostra una interazione con il plasma virtuale vuoto quantistico." [SIC!]
Questa ultima riga significa che l'unità può funzionare spingendo contro la nuvola spettrale di particelle e anti-particelle che sono costantemente in essere nello spazio cosiddetto vuoto.
Ma il team della Nasa ha evitato di spiegare i suoi risultati con teorie quantistiche limitandosi semplicemente riferire ciò che ha trovato: "Questo documento non affronta la fisica quantistica del propulsore con il plasma sottovuoto, ma invece descriverà l'integrazione di test, operazioni di test, e i risultati ottenuti da un insieme di prove. "
L'inventore del drive, Guido Fetta lo chiama il "Cannae Drive", che si spiega come riferimento alla Battaglia di Canne in cui Annibale sconfisse un esercito romano molto più forte: tu sei al meglio quando sei in uno spazio ristretto.
Tuttavia, è difficile non sospettare di quanto diceva l’ingegnere di Star Trek Scott –
"I cannae change the laws of physics" -- might also be an influence.
(It was formerly known as the Q-Drive.)
Ora una differenza di base tra la nostrana PNN e i costruttori delle varianti sperimentali dell’EM drive (Shawyer , Fetta e i cinesi) è che gli osservatori sperimentali Nasa non si azzardano minimamente a dire che esso viola il totemico III principio di azione e reazione della dinamica , ma che il sistema rincula su un sedicente quantum virtual plasma che ,ammesso che ci sia, per loro non è neppure l’antirelativistico e archeologico “Etere”!
Shawyer lo inquadra (e non ho capito come) come un effetto non in contrasto con la relatività, mentre i cinesi non azzardano alcuna teoria per ora.
Insomma pur di non ammettere che il re newtoniano delle propulsioni basate sul rinculo di massa è nudo lo si ricopre di un drappo virtuale evanescente e invisibile che salvi comunque alla disperata il mesozoico dei fondamentali della fisica definiti da chi (Newton) comicamente neppure conosceva l’esistenza dell’elettrodinamica.
E a dire il vero all’ortodossia scientista italica è stato ripetuto alla nausea che l’elettromagnetismo classico non può assumere che il principio di azione e reazione sia comunque “sempre” valido.
Tant’è che ancora di recente si registrano discussioni di questo tipo riportate a futura memoria nella mia raccolta speciale scientista www.asps.it/gotha.htm
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
NOVA ASTRONAUTICA è dedicata alla concezione di metodi di propulsione senza
espulsione di massa di reazione (PNN) per il superamento dell’astronautica missilistica
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
**********************************************************
Vol.34 N.142 OTTOBRE – NOVEMBRE – DICEMBRE 2014
**********************************************************
Laureti E.: Stato della PNN nel Dicembre 2014……..………….……....1
……………..
…………………………..
perché la legge di inerzia non lineare è la chiave di volta per i viaggi interstellari.
In base alla teoria già illustrata nell’url http://www.calmagorod.org/inerzia-della-pnn/ e in precedenti numeri di Nova Astronautica, l’energia meccanica pnn si accumula nel sistema facendo crescere la forza in modo apparentemente non lineare a parità di energia elettrica fornita. Più è forte l’alimentazione elettrica più la forza cresce rapidamente nel tempo.
In conclusione se il sistema pnn non irradiasse verso l’esterno la sua energia pnn , una volta cessato di funzionare (ovvero tolta l’energia elettrica) la sua legge di inerzia non sarebbe più un moto rettilineo uniforme ma un moto uniformemente accelerato.
………………
……………………………….
Bolognesi A.: Dove va il Pesce Palla……………………...………..……5
Alberto Bolognesi (Settembre 2014)
La compagnia degli orologiai ciechi che con un po’ di Darwin, di Big Bang, di “memi” di Dawkins e di bosoni “di Higgs” ha mandato in scena l’universo come “fenomeno naturale” sta vivendo la sua crisi più profonda: “Sappiamo tutti che il Big Bang è una teoria sbagliata -ha dichiarato un celebre cosmologo del Regno Unito ma se non viene fuori un’alternativa credibile dobbiamo tenercelo”.
Oppure potrebbero autosospendersi. Che cosa ce ne facciamo di una teoria sbagliata? Gli astronomi del finanziamento pubblico ricevono di norma un compenso per impartirci che un’enorme esplosione (tecnicamente “La Palla di Fuoco”) ha dato inizio a tutte le cose 13,8 miliardi di anni fa. Ma nessun premio Nobel dello spazio metrico “accelerato” e della nucleosintesi “primordiale” ha la minima idea da dove provenga l’idrogeno di cui son formate le stelle o perchè il tempo debba avere un inizio: l’indecente conclusione è che l’uno e l’altro siano schizzati fuori dal nulla, secondo un creazionismo ancora più selvaggio di quello che informa le Sacre Scritture.
Viene chiamato evidentemente per distinguerlo dal miracolo- “il pasto gratis sorteggiato dal caso”.
L’orrore di Dio è salvo? Con poche eccezioni, filosofi e intellettuali non hanno alcuna intenzione di aprire un contenzioso irto di insidie matematiche con i loro colleghi dell’empireo, e così la sciocchezza del Big Bang resta ancora in vita. “Primum non nocere”.
Ancora più inspiegata è l’esistenza della vita. Nessuno è stato ancora in grado di dettagliarci le “pressioni selettive” che avrebbero condotto la materia inanimata a farsi consapevole e ad autoreplicarsi: e meno ancora di descriverci il colpo di dadi ereditario che decide dei nostri grifi (e forse dei nostri stati d’animo), bocche, nasi, occhi, orecchi e artigli insanguinati”. Come si fa a credere che il cuore batta e che il sistema nervoso elabori perchè all’improvviso, nel mezzo del nulla, a qualcuno è venuta fame?
Una solida affermazione di principio (Fred Hoyle) è che gli esseri viventi non provengono dalla casualità o dalle “forze cieche”: le fragili ma stabilissime cellule della vita con la loro biochimica forzata e le spettacolari macromolecole con tanto di ...micce biologiche autoinnestate e programmate come fuochi d’artificio, tramandabili per mezzo di geni “passaparola” e di codici “autoprotetti”, sono l’ossimoro...personificato del caso e della necessità. Si può essere bravi biologi e non capire nulla della vita: l’inverosimile qualità del tutto
illogica in quanto logica è il destino non casuale che ci recluta e ci estingue senza pietà: siamo fatti per esistere, non per durare.
E’ tempo di ufficializzarlo senza animosità. La sintesi materialistica (“moderna”) dell’impostazione darwiniana è smentita “live”, microsecondo per microsecondo, dalle reazioni biochimiche della Natura più che dagli scienziati “cristiani”. Niente sembra distogliere il vivente dal suo febbrile progetto: si tenta di dire che la
strategia della vita consiste essenzialmente nel riconoscere il pericolo e nel cercare di eluderlo per poi consolidarsi e moltiplicarsi. “Come un virus che nessuno sa se è vivo”, “come un insieme fortuito di combinazioni forzate della materia morta”: un robot parassita grattato dalla contingenza, un incidente
stocastico che avrebbe potuto anche non verificarsi.
“Superstite per caso o predestinato?” -si sarebbe certamente chiesto Bram Stoker- “Biochimica d’acquitrino che lotta per la sua anima”? La risposta anche per lui è che la vita ci preesiste e ci seguita. C’è forse qualcosa di più volontario di una proteina che sorveglia se stessa per intervenire -quando serve- nella riparazione di un acido nucleico?
I neodarwinisti non insorgano. Nessuno dubita più che l’evoluzione, punteggiata o no, si verifichi e che non smetta di verificarsi, siamo tutti un po’ darwiniani se è questo che vogliono sentirsi dire. Chiunque si interessi di scienza non ha difficoltà a riconoscere questo comprimario irriducibile, questo scalpellino compulsivo, questa inquietante zebra a pois che incombe hip hop sui nostri connotati: ma far discendere la vita dall’adattamento di materia non vivente o peggio, da una prima cellula accidentale -un’idea che faceva orrore agli stessi Wallace e Darwin- è come attribuire l’origine delle montagne ai fenomeni carsici o ai bosoni del dottor Higgs.
L’esplorazione ottica e strumentale del cielo -che deve continuare ad ogni costo- non ha certo sciolto gli enigmi.
Li ha invece spaventosamente complicati. La “legge” di Hubble, puntellata con infiniti aggiustamenti e congetture ad hoc per far fronte a discordanze osservative sempre più plateali (Halton Arp, Margaret e Geoffrey Burbidge), è ora ...abrogata nei fatti dall’impressionante fenomeno spettrale che accomuna gli oggetti con i più elevati redshift a concomitanti, paradossali, evidentissimi blueshift! Questa lacerante bipolarità, emersa in maniera massiccia nei dettagli spettrali di galassie attive e di quasar tradizionalmente ritenuti ai confini dell’universo osservabile, elimina la possibilità che questi oggetti possano trovarsi alle smisurate distanze, alle spropositate brillanze e alle contrapposte velocità radiali implicate dal paradigma che sostiene tutta la cosmologia.
Gli inventori di epicicli propongono stavolta un...acronimo. U.F.O., ultra fast outflows: impossibili super jets e “megaventi relativistici” emanati da oggetti dell’universo “primordiale” (che già dovrebbero recedere a velocità prossime a quella della luce) e che spirerebbero incessanti nel verso contrapposto, allungatissimi, luminosissimi e alimentatissimi in direzione degli spettrografi del pianeta Terra!
Come ultimo “Bang” alla tempia non c’è male. Cade prima di tutto l’interpretazione convenzionale (“pseudo-Doppler”) degli spettri extragalattici che assegnava prevalentemente a una dilatazione progressiva del vuoto
cosmico il caratteristico posizionamento nel rosso delle righe spettrali delle galassie. Se la “velocità” non c’entra, si pone in termini squisitamente scientifici la possibilità che ciò che la fisica chiama “spettro elettromagnetico universale” sia al contrario uno spettro rigorosamente locale, “relativo”, tipico e per così dire
“personalissimo” dei peculiari costituenti di ogni singolo sistema extragalattico. La spettacolare conseguenza è che ogni quasar e ogni galassia dell’universo osservabile abbia il SUO spettro, i SUOI atomi, i SUOI isotopi, le sue frequenze, le sue lunghezze d’onda e quindi la SUA luce.
La fine delle costanti universali. Il nuovo copernicanesimo è servito? Siamo forse preparati a una così radicale revisione dei vecchi paradigmi?
Certamente no. Non gli incorruttibili teoremi della fisica, non i Dipartimenti di Cosmologia, non i laboratori di ricerca, non le istituzioni accademiche e religiose, non la “polis”, non la “Civitas”. NON gli acceleratori di particelle e meno ancora la complessa geopolitica che determina e indirizza la ricerca bellica e che in ultima analisi provvede anche agli emolumenti dei funzionari della Palla di Fuoco. Dunque il rapporto riservato che non deve passare la barriera ematoencefalica è che non sappiamo nemmeno DOVE siamo.
Una interminata voragine oscura -”sublime” all’occhio ma “orrida” al telescopio- che sprofonda in tutte le direzioni in un vagolare di stelle , di girandole di gas e di possibili forme di vita. E’ l’esperienza sensibile dell’ignoto, la “dannata” evidenza di un ordine di grandezza superiore senza che per questo ci siaconcessa la visione ultima o “più panoramica” della globalità. Sembra che non si possa convivere a lungo col “mistero”: i sociologi dei Presidenti sono del parere che favorisca un incontrollabile edonismo o il ritorno ai più dilanianti mostri della superstizione spianandoci così la scorciatoia all’estinzione.
Come scriveva Edgar Poe, il mistero deve essere lasciato in pace , altrimenti per noi è finita. Così, se si prescinde dai...testimoni della radiazione “fossile” a 2,7 K°, la mancanza di qualsiasi discontinuità al fondo dell’universo osservabile rafforza la percezione che il TUTTO non possa essere colto né dall’occhio né dalla mente e meno che mai dal metodo scientifico.
Fine del saggio. La conclusione eminentemente astrofisica è che non siamo in grado di dire alcunchè sulla reale natura del Macrocosmo, da dove viene e dove va. E’ l’insuperabile condizione della migliore filosofia: in generale dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscere che non ne sappiamo niente, niente di niente e che possiamo sperare di fare progressi solo all’interno dell’indecidibile. E’ certamente terribile da accettare, ma ciò che osserviamo in cielo potrebbe essere parte non necessariamente rappresentativa...di qualsiasi cosa.
Nessuno può dire che cos’è il cielo.
D’altra parte il ballottino fondativo della cosmologia deduttiva proposto da Einstein è palesemente ridicolo: “Se fosse possibile considerare il Mondo come continuum chiuso relativamente alle sue dimensioni spaziali –scrive nelle famose Considerazioni Cosmologiche del 1917- allora non sarebbe necessaria alcuna condizione”. Visto che non si può dialogare con un universo infinito, facciamo finta che sia finito: se mia nonna avesse le ruote lo spazio si chiuderebbe su se stesso e noi avremmo la sospirata “visione panoramica”.
A parziale consolazione possiamo soltanto dire che il Mondo non è vuoto (1). La buona notizia è che l’inspiegabile non ci impedisce, almeno a livello locale, di continuare a far scienza. Permaniamo nelle condizioni indicate negli anni Cinquanta dall’astronomo armeno Viktor Ambartsumian per il quale la “totalità”
non è altro che un mito o una grossolana mistificazione: se ci si riferisce alle regioni esplorabili della struttura cosmica, questa dovrebbe essere chiamata tutt’al più “metagalassia” e non “universo”, “il che esclude in ogni caso lo schema immaginario di un universo in espansione” (1959).
Facciamo progressi locali. Caduto il redshift cosmologico come indicatore della profondità spaziale, non resta che assumere che per quasi cent’anni abbiamo dato le risposte sbagliate a tutte le domande cruciali: distanze sbagliate di un fattore superiore a 100, masse e luminosità sbagliate di un fattore 10.000, età sbagliate di fattori comparabili a 1010 e più , oltre al mancato apprezzamento della più importante di tutte le evidenze, id est l’età estremamente variegata delle galassie e dunque la sconvolgente conseguenza che la formazione di NUOVA materia ha luogo continuamente in tutto l’universo osservabile. Si tratta della più grande scoperta astronomica di tutti i tempi (tenuta sotto silenzio dai preti e dagli “atei razionalisti”). La sua portata epistemologica è immensa ed è da qui che si può forse sperare di ricominciare.
Inoltre -come abbiamo visto- gli inattesi spostamenti bipolari verso il blu e verso il rosso di un gran numero di quasar e galassie attive che fino a ieri collocavamo “ai confini dell’universo” (e “solo prospetticamente nel campo di galassie prossime a noi”), ci forniscono ulteriore evidenza di quelle connessioni fisiche e “ponti di materia” che per più di mezzo secolo si è cercato di mascherare.
Una rilevante conseguenza di questo cosmico ridimensionamento delle distanze è che il cosiddetto “Superammasso Locale” diventa assai più denso e popoloso di oggetti, di quegli stessi oggetti che si supponeva incredibilmente remoti (“a ridosso del Big Bang”) e che ora devono essere considerati parte integrante della
più estesa concentrazione di masse di tutto il cielo osservabile. Questo punto avrà bisogno delle più accurate indagini perchè tende a rafforzare l’antico sospetto che non vediamo molto lontano nello spazio, il che fornirebbe per altra via la soluzione al paradosso del cielo buio.
Liquidata la “Palla di Fuoco” e l’età dell’universo, tutti vorrebbero sapere cosa c’è al di là dell’ultima galassia, se si apre uno sterminato oceano di vuoto e di solitudine o se vi sono altri remotissimi sistemi assoggettati alle regole dell’ignoto. La geometria di Mandelbrot offre le suggestioni per macrostrutture non caotiche, che si ripetano senza soluzione di continuità su scale sempre più grandi. Escher non ha fatto in tempo a cimentarvisi, ma alcuni artisti di olomorfi e videogame stanno tentando di disegnare paradossali “extra orbite” che
dovrebbero appiattirsi man mano nell’atto di disporsi intorno all’infinito.
Se esistono insiemi di Superammassi di galassie distribuiti “a macchia di leopardo” nel grande universo, come già aveva ipotizzato lo svedese Charles Charlier agli inizi del Novecento, ecco pane per gli affilatissimi denti dell’astronomia contemporanea e nuove donchisciottesche sfide per i cosmologi e per i filosofi che non si rassegnano al limite di Kant.
(1) Questa condizione universale è stata ribadita con forza dal Pontefice dimissionario Joseph Ratzinger nell’ambito di una riflessione sul relativismo e sui “falsi infiniti” (2012)
… La NASA non ha un Programma Spaziale…………………10
….. La Lettera di Albert Einstein su Dio
Quello Spirito che si rivela nel Cosmo………………………..13
………………………………………………..17
PRAEPETIBUS PINNIS ……………………….…………..…………18
Selleri F.: Relativismo e Etere di Lorentz…..…………..........................24