Egregi Aderenti
In conseguenza sia dell’Accordo del 21 Luglio
2005 con la Marconi Dynamics
che di eventi sperimentali verificatisi da
quella data ,stiamo perseguendo uno sviluppo più avanzato dell’attuale stato
della PNN.
Vari eventi inerenti puramente a osservazioni di tipo sperimentale mi hanno indotto da
circa 6 mesi a ritenere che ……………
………………………………………………..
………………………………………………………
……………………………………………………………..
In questa situazione in rapida evoluzione purtroppo
Piero Chiavaroli che allo stato iniziale dei lavori
doveva darmi un aiuto a livello tecnologico ha deciso
di dedicare le sue energie e il suo tempo allo sviluppo dei suoi progetti (la
sua email di disimpegno datata 4 Febbraio 2006 è stata
allegata al verbale Asps del 14 Marzo 2006).
In
conseguenza di tale evento è stato comunque reperito
un nuovo tecnico il quale mi ha espressamente richiesto il totale anonimato e
riservatezza all’esterno dei collaboratori più ristretti.
Visto che siamo in tema devo anche rendere
pubblico un altro problema allegato al verbale Asps
del 14 Marzo 2006 a cura del Consiglio Direttivo dell’Asps.
In data 21 Gennaio 2006 ,
18 Febbraio 2006 e 25 Marzo 2006 ho
ricevuto una serie di telefonate dall’ex-socio
Asps ......... ......... (altro
tecnico) a cui non ho deliberatamente risposto per una mia totale indisponibilità a rapporti di collaborazione e/o ricerca e/o
a discussioni con lo stesso (Innova
s.p.a. & Co. inclusa). Rendo noto di aver più volte manifestato con
altri soci Asps l’intenzione di chiudere ogni
rapporto con ......... attraverso la reciproca
restituzione di materiali a ciascuno appartenenti. Questo era già stato comunicato anche primariamente al .........
in data 22 Luglio 2005 quando era stato
avvisato dell’accordo raggiunto da me e da Ennio Morando con la Marconi Dynamics.
E’
da ribadire che l’Accordo tra Asps
e Marconi Dynamics del 21
Luglio 2005 non aveva affatto l’assenso del .........
che anzi ne richedeva l’immediata rescissione.
Debbo anche aggiungere per delineare tutto il
quadro della situazione che tra la bozza di accordo per lo sviluppo della PNN
presenta da me e quella presentata da ......... , la Marconi Dynamics aveva scelto
quella targata Asps.
Allora ,22 Luglio 2005 la richiesta di restituzione
da parte di ......... dell’amplificatore SXP2000 di sua
proprietà era stata da me parallelizzata alla restituzione delle carte che ci
legavano nel 2002 nello sviluppo della
PNN, dato che nella stesse (Art.4 dell’accordo datato
4/4/2002) è esplicitamente riconosciuto che :“In particolare si dichiara che la costituzione del
prototipo operativo SC2.12 è, al momento, esclusiva
conoscenza di Laureti”. Questo scambio venne
allora trovato “velenoso” da ......... che
interruppe l’accesa discussione telefonica.
In alternativa a quanto sopra , a
seguito di una mia telefonata in data 26
Marzo 2006 avendo ricevuto recriminazioni rimproveri di tal volume e
portata che ero impossibilitato a replicare , faccio presente che se .........
non vorrà accedere alla restituzione della suddetta documentazione , io cercherò di restituire comunque a lui l’amplificatore UHF , sotto la condizione che il ......... mi rilasci un attestato firmato in cui ha
semplicemente preso atto di questa mia seguente dichiarazione che pubblicherò
entro Marzo 2006 anche nell’URL www.asps.it
1) Che il sottoscritto E.
Laureti dichiara che dalle date di inizio e fine dei
documenti reciprocamente sottoscritti non è più in atto alcuna forma di
attività di ricerca e/o collaborazione e/o progetto in comune tra Laureti e .........
& l’Innova Spa. E che anzi in
data 21 Febbraio 2003 era stato da me disdetto con lettera RR l’accordo datato
14 Giugno 2002 (Nova Astronautica n.95 Vol 23 2003 pag.20-21).
2) Che Laureti dichiara che
qualunque paternità o prorità o esclusività
o condivisione sulla PNN potrà essere solo e soltanto determinata da brevettazione e/o pubblicazione della stessa.
3) Che Laureti si dichiara
estraneo a qualunque tipo di idea e/o concetto e/o affabulazione e/o rinturcinamento
teorico sulla PNN che ha come ideatore
esclusivo il ......... .
4) Ovvero che deve essere
FINALMENTE chiaro da oggi 26 Marzo 2006
che, ai fini della condivisione della paternità della PNN ,il ......... può provare le sue rivendicazioni sulla PNN non
al sottoscritto , ma con brevettazione o
pubblicazione dei principi di funzionamento della PNN.
5) All’atto della restituzione
dell’amplificatore in UHF richiedo di non essere più
disturbato telefonicamente o con altri mezzi dal ......... .
6) Il sottoscritto richiede
inoltre che la procedura di restituzione sia concordata tra le parti con
reciproca documentazione del suo accadimento.
Infine dichiaro che se il .........
escogiterà di perseguitarmi ancora non rilasciandomi alcuna dichiarazione
scritta entro 40 giorni da oggi in cui ribadisco che intendo azzerare qualunque tipo di
presente o futuro rapporto, ovvero se escogiterà di importunarmi, lasciando
come motivazione delle sue richieste , il suo amplificatore, rendo noto che mi
libererò comunque entro 40 giorni del
suo oggetto-alibi.
Al di la di queste
questioni e controversie che purtroppo mi accompagnano da alcuni anni e di cui
spero di potermi liberare definitivamente, ho potuto notare dagli attuali primi
test della nuova PNN che …………………….
………………………………..
………………………………………….
……………………………………………………….
Il viaggio nello spazio non è un problema di ”quantità d’ energia”,
ma un problema
di “quantità di moto”.
Dr. Franz von Hoefft
(1928)
parafrasato da Robert Esnault-Pelterie (1930)
Il 19 Giugno del 2004, Fabrizio
Bernardi, Roy Tucker e David
Tholen, nel quadro dell’University Of Hawaii
Asteroid Survey ( U H A S ) scoprivano lo asteroide 2004 MN4, poi denominato (99942) Apophis. Il nome
deriva dalla versione greca di quello egizio, Apep, del demone
serpente gigante
che imperversava nell’oscurità e
che, sempre secondo il mito, attaccava la barca del dio solare prima del
sorgere del sole e dopo il suo tramonto, mettendo in pericolo la stabilità del
mondo. Sempre però
egli veniva sconfitto, ed il rosso del sangue sgorgante dalle sue
ferite tingeva il cielo dei crepuscoli
(Fig.1).
(99942) Apophis è di un oggetto di dimensioni relativamente modeste
(con un diametro comunque superiore
ai 420 metri ), ma la cui traiettoria
orbitale è risultata tale da condurlo molto vicino, (astronomicamente parlando) alla Terra, questo per due volte nei prossimi trent’anni. Questi
passaggi, così “interessanti”, avverranno
nel 2029 e nel 2036.
In prima battuta si era giunti, in base ai dati in quel momento in possesso degli astronomi, ad una valutazione piuttosto
elevata del rischio di impatto di Apophis con la Terra per il 2029. Ulteriori dati ed
integrazioni avevano infine portato alla conclusione che l’asteroide sarebbe
passato in quell’occasione a più di 26.000 km dalla
superficie del nostro pianeta. A
questo punto però ci si è resi conto che il passaggio del 2029 avrebbe modificato l’orbita di (99942) Apophis in maniera piuttosto radicale e, quel ch’è peggio, largamente imprevedibile.
Tra le
(quasi) infinite possibilità se ne è
venuta a delineare in particolare una, senz’altro inquietante.
In pratica, per una particolare combinazione (fortunatamente molto
improbabile) dei parametri di avvicinamento
(soprattutto la distanza geocentrica minima e
l’
istante del massimo avvicinamento ), si determinerebbe l’immissione dell’asteroide in un’orbita non solo
molto diversa da quella
precedentemente percorsa ( come avverrebbe in ogni
caso ) ma caratterizzata dall’essere in risonanza con quella del nostro pianeta e, forse, tale da portare
Apophis, in
seguito, ad impattare con esso. Ciò avverrebbe
esattamente sette anni più tardi (e cioè il 13 Aprile
2036): dopo sette giri della
Terra e dopo sei giri dell’asteroide attorno al Sole, il nostro
pianeta ed Apophis si troveranno molto probabilmente di nuovo in prossimità l’una dell’altro, ed in quel momento, se i parametri dello incontro ravvicinato del 2029
saranno stati purtroppo quelli “giusti”, l’impatto avverrà.
Per escludere che i parametri dell’evento
del 2029 costituiscano la base per una catastrofe nel 2036, sarà probabilmente
necessario attendere fino al 2013 ed oltre, perché ogni tipo
errore che affligge le misurazioni che nello
specifico ci interessano si
riduce solo con osservazioni prolungate,
e dall’Aprile 2007 fino a Gennaio
2013 la geometria delle reciproche
posizioni di Terra, Sole e (99942) Apophis renderà impossibili osservazioni del pianetino dalla Terra
e dalle sue immediata vicinanze (vedi HST).
Se le osservazioni del prossimo decennio
dovessero poi confermare il rischio di impatto, magari
aumentandone significativamente il grado di certezza, ci sarebbe da stare
poco allegri, a nostro modo di vedere, specialmente alla luce di alcune delle ultime invenzioni
partorite dalle menti di alcuni ricercatori
che si occupano del problema per agenzie
istituzionalmente preposte alla sua
(eventuale…..) soluzione.
A titolo di esempio,
prendiamo in esame quanto proposto da due ricercatori del NASA Johnson Space Center, Edward Lu e Stanley Love, che si
sono lanciati nel tentativo di sviluppare un approccio relativamente innovativo al problema di modificare la traiettoria di asteroidi realmente o presumibilmente
a rischio di impatto con il nostro pianeta.
L’idea
di Lu e Love si basa
sull’impiego del (tenue) legame gravitazionale che si instaurerebbe tra l’asteroide ed una nave spaziale inserita in una sorta di
traiettoria pseudorbitale attorno ad esso. Applicando
una spinta costante la nave si manterrebbe sempre alla stessa distanza dell’asteroide,
“tirandosi dietro” l’asteroide ad essa legato dalla
gravità.
I due ricercatori hanno modellizzato l’idea considerando un asteroide
del diametro di 200 metri,
che verrebbe
allontanato dalla sua
orbita intersecante quella terrestre in “appena” venti anni di funzionamento dei
motori della nave (necessariamente
almeno due, come vedremo tra poco).
Motori a propulsione elettronucleare, che
dovrebbero impiegare una massa di reazione pari a circa 400 kg, costituita probabilmente da un gas nobile mantenuto
liquido a bassa temperatura. E’ lecito presumere che tali propulsori saranno verosimilmente quelli allo studio nel
programma Prometheus della NASA.
A questo punto, ci sia consentito far rilevare che, continuando una tradizione
ormai consolidata (e più volte riconosciuta
dall’estensore del presente articolo in altri numeri di NOVA ASTRONAUTICA), ancora una volta i “creativi” di una agenzia spaziale occidentale
si sono in qualche
modo ispirati ad una idea di
Arthur C. Clarke, per un loro
progetto. Nel romanzo di fantascienza Preludio
allo Spazio (I Romanzi di Urania
n°19 – 1953, rieditato
negli Oscar Fantascienza
Mondatori nel Luglio 1978, [n° 881
della classificazione generale degli Oscar] ) infatti, lo scrittore britannico
chiama Prometeo “la prima di tutte le
navi spaziali”e, guarda caso, il primo stadio della nave (Beta) è uno “statoreattore atomico” ipersonico
traente la sua energia dalla fissione
del plutonio.
Tornando al programma Prometheus del mondo reale, è importante far rilevare
come il lancio del primo prototipo sia previsto per il 2011. Questo malgrado la NASA si sia sobbarcata un carico
finanziario veramente oneroso per sostenere gli sforzi della ricerca condotta
dalle ditte coinvolte nel programma.
Come dicevamo, per quello che
si può dedurre dal progetto di massima della
nave da condurre e stabilizzare in prossimità dell’asteroide, essa dovrebbe essere dotata di due
motori
a ioni, piazzati nella struttura del veicolo spaziale alla estremità che rimarrà distale rispetto
all’asteroide.
……………………………
………………………………………
………………………………………………….
……………………………………………………………..